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IDN Global News

Il Giappone considera modi per “togliersi la camicia di forza” e andare fino in fondo verso l’abolizione del nucleare

A cura di Katsuhiro Asagiri

Photo (from left to right): Ms. Kaoru Nemoto, Director of the United Nations Information Centre in Tokyo; Mr. Nobuharu Imanishi, Director of Arms Control and Disarmament Division, MOFA; Ms. Masako Toki, Education project manager at the James Martin Center for Nonproliferation Studies at the Middlebury Institute of International Studies at Monterey; Ms. Mitsuki Kudo, Nagasaki Youth Delegation 2018. Credit: Katsuhiro Asagiri.

TOKYO (IDN) – Il forte interesse del Giappone nei confronti degli sforzi della comunità internazionale, volti ad aiutare a dare inizio a un mondo libero da armi nucleari, è emerso durante il periodo di preparazione alla celebrazione della Giornata Internazionale per l’eliminazione totale delle armi nucleari, ricorsa il 26 settembre, che è stata fissata per la prima volta nel 2014, in seguito ad una delibera dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Sono stati due gli eventi che hanno segnato gli sforzi della società civile giapponese di avvalersi della giornata, sia per incoraggiare la sensibilizzazione verso la completa eliminazione delle armi nucleari, che per dare modo al Paese di togliersi la camicia di forza delle costrizioni imposte dalla minaccia nordcoreana, dai delicati rapporti con la Cina e dall’ombrello nucleare americano.

Uno degli eventi in questione è stata l’esposizione congiunta, in tema antinucleare, di Soka Gakkai International (SGI) e ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons), l’organizzazione impegnata nella promozione del bando delle armi nucleari e vincitrice del premio Nobel per la pace nel 2017, intitolata “Tutto ciò che ami: per un mondo senza armi nucleari”, che ha aperto i battenti per la prima volta a Tokyo il 21 settembre.

L’esposizione, che sottolineava l’importanza dell’entrata in vigore anticipata del Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPNW), si è tenuta in 88 città di 20 Paesi, sin dal suo lancio, avvenuto ad Hiroshima nel 2012.

Il Trattato è stato adottato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel luglio del 2017 ed è stato aperto alle firme nel settembre dello stesso anno. Finora, 69 Paesi hanno firmato e 19 hanno ratificato il Trattato, che entrerà in vigore 90 giorni dopo la ratifica da parte di 50 stati.

Il Giappone non ha presenziato ai negoziati relativi al Trattato, non ha provveduto a firmare l’accordo e nemmeno lo ratificherà. Il 24 settembre il Ministro degli Esteri, Taro Kono, in un messaggio divulgato in occasione dell’evento intitolato “Verso un mondo senza armi nucleari, pensando al ruolo dell’unico Paese ad essere stato vittima di bombe atomiche”, ha spiegato le motivazioni di questa posizione.

L’evento è stato organizzato congiuntamente dalla Rete giapponese di ONG impegnate nell’abolizione delle armi nucleari e dal Centro d’informazioni delle Nazioni Unite, in collaborazione con la Facoltà di legge dell’Università Meiji e con l’Hibakusha Appeal.

Il ministro Kono ha spiegato che, sebbene l’approccio del Trattato sia diverso da quello del governo, quest’ultimo condivide l’obiettivo di abolizione delle armi nucleari. D’altro canto, ha affermato, il testo del TPNW è stato steso senza tenere conto degli aspetti legati alla sicurezza, sia dal punto di vista degli stati con armi nucleari che da quello dei Paesi esposti a minacce in termini di sicurezza, quali il Giappone. Per questo motivo, nessuno dei due gruppi ha partecipato ai negoziati relativi al Trattato.

Ciò nonostante, ha dichiarato Kono, il governo giapponese proseguirà in maniera persistente, con sforzi pratici, oltre che concreti, che coinvolgano gli stati con armi nucleari, la promozione di un’entrata in vigore anticipata del Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari (CTBT), che vieta tutte le esplosioni nucleari, per scopi sia civili che militari, in tutti i contesti.

Egli si è anche impegnato a battersi per un avvio anticipato dei negoziati relativi ad un Trattato per la messa al bando della produzione di materiale fissile (FMCT), una proposta di accordo internazionale che vieterebbe la produzione di due principali componenti delle armi nucleari: l’uranio altamente arricchito (HEU) e il plutonio.

In aggiunta, il ministro Kono ha dichiarato di voler continuare a promuovere il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, comunemente noto come il Trattato di non proliferazione o NPT, che, a suo avviso, rappresenta un caposaldo del disarmo nucleare internazionale e del regime di non proliferazione ed ha ottenuto parecchi risultati come punto cruciale dello stesso.

Dal suo punto di vista, è importante perseguire, allo stesso tempo, disarmo nucleare e sicurezza. Il Giappone ritiene che il cammino verso “un mondo libero da armi nucleari” risieda nell’accumulare costantemente misure pratiche e concrete, con la collaborazione sia degli stati con armi nucleari che di quelli che ne sono privi, raggiungendo un equilibrio tra gli aspetti umanitari e quelli legati alla sicurezza. Pertanto, il mantenimento e il rafforzamento dell’NPT continueranno ad essere gli aspetti su cui si concentreranno gli sforzi del Giappone.

La trasparenza, un meccanismo di verifica del disarmo nucleare, un dialogo interattivo, che coinvolga sia gli stati con armi nucleari che quelli che ne sono privi, e degli sforzi attivi, oltre che delle tavole rotonde, tra le parti in causa degli stati aderenti all’NPT, potrebbero aiutare a costruire dei ponti che conducano a un mondo libero da armi nucleari.

Il ministro Kono ritiene che, in qualità di unico Paese ad aver subito bombardamenti atomici, il Giappone abbia la missione di dover trasmettere saldamente la giusta comprensione delle verità riguardanti i bombardamenti atomici, attraversando i confini e le generazioni.

Dato che i sopravvissuti alle bombe atomiche (Hibakushas) stanno invecchiando, il governo del Giappone ha lanciato, nel 2013, il programma “Youth Communicator for a World without Nuclear Weapons” (letteralmente, “Comunicatore con la gioventù per un mondo senza armi nucleari”), allo scopo di supportare gli sforzi per trasmettere le verità sui bombardamenti atomici alle generazioni future.

Ci si aspetta che un Comunicatore partecipi a vari eventi internazionali, quali esposizioni sui bombardamenti atomici, favorendo la condivisione con la comunità internazionale, oltre che con le future generazioni, delle verità sull’uso delle armi nucleari.

Terumi Tanaka, segretario generale di Nihon Hidankyo, l’organizzazione giapponese, di portata nazionale, che riunisce le vittime di bombe atomiche e a idrogeno, nel suo discorso di apertura, intitolato “Vedo una luce in fondo al tunnel verso l’abolizione del nucleare ha dichiarato che il TPNW è stato adottato da 122 Paesi, rappresentando circa il 60 percento della popolazione mondiale.

Come già annunciato, il governo giapponese non firmerebbe né ratificherebbe il Trattato: la difficoltà risiede nella modalità in cui convincere tale istituzione a procedere in entrambi i sensi. “Tuttavia, anche se il TPNW entrasse in vigore e gli stati con armi nucleari non collaborassero, non saremmo in grado di realizzare l’abolizione nucleare”, ha affermato Tanaka.

“Pertanto, avremo bisogno di cambiare la mentalità degli stati con armi nucleari e gli stati dipendenti come la NATO, la mentalità di essere dipendenti dalla politica di deterrenza nucleare”, ha aggiunto.

Il governo giapponese ha assunto la posizione di stato dipendente dagli arsenali nucleari USA per la sicurezza della nazione. “È arrivato il momento, per noi, di chiederci nuovamente se una maggioranza di popolazione giapponese vorrebbe davvero dipendere dalle armi nucleari USA per la sicurezza nazionale”, ha sottolineato Tanaka.

“Dal punto di vista degli Hibakusha, temiamo che una guerra che impieghi armi conduca assolutamente a un conflitto nucleare. Pertanto, credo che la popolazione giapponese debba tenere a mente che non dobbiamo usare le armi nucleari; infatti, dobbiamo eliminarle, oltre a considerare sbagliata l’idea di diventarne dipendenti”.

Il MOFA, Ministero degli Affari Esteri, attribuisce importanza all’educazione al disarmo e invita i giovani diplomatici dall’estero a Hiroshima e Nagasaki, allo scopo di farli incontrare con gli Hibakusha, ha detto Tanaka.

“Dal mio punto di vista, questi sforzi non sono sufficienti. Il Giappone dovrebbe guidare il mondo verso l’educazione al disarmo. A mio avviso, il Giappone dovrebbe collocare l’educazione all’abolizione del nucleare tra i pilastri della propria educazione al disarmo rivolta ai giovani, concentrandovi le proprie attività”.

La famosa attrice Sayuri Yoshinaga, che ha fatto della recitazione poetica in tema bomba atomica il lavoro di una vita, in un colloquio con Akira Kawasaki, membro del Comitato esecutivo di Peace Boat e del Gruppo di supervisione internazionale ICAN, ha dichiarato: “Adesso che il TPNW è stato adottato, spero che noi, in Giappone, riusciamo a riflettere su questo problema e a dire ‘No’ alle armi nucleari”.

L’evento del 24 settembre includeva un gruppo di discussione, che aveva per argomento “il potenziale dell’educazione al disarmo”, con Kaoru Nemoto, direttrice del Centro di Informazioni delle Nazioni Unite a Tokyo, a fare da moderatrice.

Nobuharu Imanishi, direttore della Divisione per il controllo delle armi e il disarmo del MOFA, ha segnalato che, ogni mese di agosto, proprio il MOFA organizza, presso la Rappresentanza Permanente del Giappone a Ginevra, un incontro tra i messaggeri di pace di Hiroshima e Nagasaki (studenti di scuola superiore selezionati da 50 organizzazioni di pace in Giappone sin dal 1998 per trasmettere le voci di Hiroshima e Nagasaki al mondo) e i diplomatici provenienti da vari Paesi.

Inoltre, il MOFA sostiene il Programma delle Nazioni Unite di borse di studio per il disarmo, programma che prevede la visita del Giappone. Sin dal 1982, 957 diplomatici, provenienti da vari Paesi, hanno visitato Hiroshima e Nagasaki attraverso questo programma. Parecchi diplomatici, che lavorano presso le Nazioni Unite a New York e Ginevra sui problemi legati al, disarmo hanno partecipato a questo programma, venendo a conoscenza della realtà relativa ai bombardamenti atomici.

Masako Toki, responsabile del progetto formativo per gli Studi sulla Non Proliferazione presso il James Martin Center, situato nel Middlebury Institute of International Studies di Monterey, ha sottolineato l’importanza dell’educazione al disarmo, facendo riferimento a un’osservazione fatta da William Perry presso il Critical Issue Forum di Monterey: “Se i giovani non comprendono la reale minaccia rappresentata dalle armi nucleari, attraverso l’educazione per la riduzione della minaccia stessa, l’avanzamento verso l’abolizione del nucleare sarà impossibile”.

L’ex Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, nel suo discorso di Monterey del 2013, disse: “È più facile per gli studenti imparare la logica della deterrenza nucleare, rispetto all’apprendimento del rifiuto dei miti che mantengono le armi nucleari al proprio posto. Tuttavia, l’educazione può aiutare a negare la pretesa secondo cui il disarmo nucleare sia utopico”.

Mitsuki Kudo, della Delegazione giovanile di Nagasaki, ha mostrato un video, della durata di cinque minuti, che il suo team ha presentato ad un evento collaterale, durante la Seconda sessione del comitato preparatorio NPT a Ginevra, nell’aprile del 2018. Il video presentava voci di normali giovani di Nagasaki, che esprimevano le loro percezioni in merito alle armi nucleari. Queste includevano affermazioni quali: “È difficile abolire completamente le armi nucleari”, “le armi nucleari sono il passo precedente alla morte”, “le armi nucleari sono imprevedibili” e “è difficile co-esistere”.

Persino tra la gioventù di Nagasaki, ha affermato la Kudo, dove si presume che i giovani abbiano ricevuto un’educazione alla pace, alcuni soggetti sembrano assumere un atteggiamento negativo nei confronti dei problemi legati al disarmo nucleare, mentre altri hanno quasi abbandonato la speranza di modificare la realtà dei fatti. [IDN-InDepthNews – 30 September 2018]

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